Si parla molto in questi giorni del Salario minimo, ma cos’è e di cosa si tratta? Indicato da Giorgia Meloni è una rivoluzione che potrebbe investire l’Italia dopo averlo fatto con tanti altri paesi nel passato. Si tratta di fatto della retribuzione minima da garantire ai lavoratori in base a un determinato tipo di quantitativo di lavoro. Tutto ciò non deve essere confuso con il reddito minimo che invece porta a garantire un minimo vitale a tutti i cittadini che sono anche non lavoratori.
La finalità di questo strumento è quella di andare a contrastare la povertà ma soprattutto fare in modo che il lavoro sia retribuito nella maniera corretta. Si può arrivare a questa scelta attraverso tre processi e cioè aumentare il salario sopra la soglia di sussistenza, istituire il living wage, la terza opzione per portare i più poveri a salire verso un limite inferiore alla classe media.
La tutela costituzionale in fatto di salario minimo
Esiste già una tutela costituzionale in fatto di salario minimo. C’è l’articolo 36 della Costituzione a stabilire il diritto di ogni lavoratore. Leggiamo direttamente dall’articolo: “A una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia una esistenza libera e dignitosa”.
La mancata attuazione dell’art.39 apre il problema di tanti lavoratori che non riuscivano a beneficiare dell’applicazione del contratto collettivo. Questo perché il datore di lavoro non affiliato ad alcuna associazione datoriale. Sicuramente si tratta di una situazione che deve fare il nostro paese per passare a un regime di totale rispetto verso i lavoratori cosa che purtroppo non sempre si è riuscita a verificare. Attuarlo sicuramente non è semplice e ci sono tanti punti di domanda da risolvere, ma quello che appare evidente è che ci troviamo a un punto di svolta.
