È risaputo che per un libero professionista ottenere un prestito con partita iva non è per niente facile e in alcuni casi è addirittura piuttosto improbabile. Tanta diffidenza nei confronti di prestiti per autonomi, fonda le sue radici nell’impossibilità da parte di un lavoratore autonomo di garantire un reddito mensile che assicuri il totale rimborso di Prestiti personali per lavoratori autonomi.
Fortunatamente ci sono alcune tipologie di prestito per lavoratori autonomi e ai detentori della partita iva. Vediamo quindi come funziona un finanziamento partita iva e quali garanzia può offrire alla banca un lavoratore che non usufruisce di una busta paga.
Prestiti partita iva, requisiti
I liberi professionisti, ovvero i commercianti, gli artigiani, gli imprenditori, provvedono da soli, attraverso il proprio lavoro, a guadagnare un compenso. Non essendoci una busta paga che attesti un’entrata fissa al mese, un lavoratore per richiedere prestiti per liberi professionisti può avvalersi come unici documenti, da presentare all’atto della richiesta, il modello unico e la dichiarazione del reddito. Spetterà poi alla banca valutare l’affidabilità del richiedente in base alla dichiarazione dei redditi annuale e decidere se concedere o meno il prestito lavoratore autonomo.
Prestiti personali per lavoratori autonomi, limitazioni
Come dicevamo qualche rigo più sopra, all’atto di presentazione della dichiarazione di reddito e del modello unico per richiedere i prestiti a lavoratori autonomi, l’istituto di credito può decidere se concedere o meno il prestito e l’eventuale somma da stanziare mensilmente. Una volta concesso i prestiti per partita iva, la banca, come garanzia di recupero credito, si avvale di particolari limitazioni che dipendono molto dall’impossibilità del richiedente di assicurare un reddito mensile fisso che al contrario è alquanto variabile.
Il primo ostacolo che incontra un richiedente di prestiti con partita iva appena aperta riguarda la somma stanziata che purtroppo non potrà mai raggiungere quella di un richiedente con busta paga da lavoro dipendente. In generale, è una delle cose più difficili avere un prestito con partita iva appena aperta, perché non si uò dimostraare nulla sul rendimento della propria attività.
Un ulteriore limitazione per prestiti lavoratori autonomi concerne la durata del prestito che di solito difficilmente può superare i 120 mesi. Infine troviamo i tassi d’interesse che sono sempre fissi e anche leggermente più alti rispetto alla media. Per quanto riguarda le spese accessorie ogni istituto di credito si avvale di un proprio tariffario.
Prestiti per autonomi, garanzie
In mancanza di una busta paga che assicuri un introito mensile come garanzia di un prestito, è possibile offrire alla banca delle tipologie diverse di assicurazione per i prestiti con partita iva. La più diffusa è la figura del garante, ossia una persona che possiede una situazione finanziaria sicura e che certifichi, tramite busta paga, l’assistenza economica nel caso in cui il richiedente non possa più pagare il prestito. I migliori garanti sono logicamente quelli che hanno un lavoro dipendente sicuro e i pensionati con più di 1000 euro al mese. Anche ipotecare uno stabile di proprietà può essere una forma di assicurazione così come l’erogazione di prestiti lavoratori autonomi tramite cambiali, quest’ultime forniscono alla banca un ottima forma di garanzia finanziaria.