domenica, Settembre 24, 2023
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Pensioni di reversibilità: ecco le nuove prospettive per il 2023

La pensione di reversibilità è quel sostegno dedicato alla famiglia di un lavoratore o di un individuo in pensione che è deceduto. Nel corso del tempo la legge riguardo l’istituto della reversibilità Inps è cambiata radicalmente, infatti, tempo fa l’unico beneficiario di questa somma era il coniuge, oggi non è più così. La Corte Costituzionale, tramite la sentenza 88/2022 ha esteso il diritto a ricevere questa pensione anche ad altri individui, ovviamente solo tramite determinate condizioni. Questo diritto è stato ampliato anche alle persone divorziate, separate, ai figli, ai nipoti e ai superstiti di unioni civili. Vediamo nello specifico quali sono le nuove prospettive per il 2023 riguardo alle pensioni di reversibilità.

Pensioni reversibilità: cosa dice la legge

L’istituto dell’assegno di reversibilità nasce nel 1939, introdotto originariamente per sostenere tutte quelle mogli che rimanevano vedove senza reddito dopo il decesso del marito. Negli anni ’30, come per molto tempo dopo, le donne non lavoravano frequentemente, per questo motivo nasceva l’esigenza di una tutela verso tutte quelle mogli che perdevano il marito e non avevano alcun sostegno economico. Con l’introduzione della legge sul divorzio all’inizio degli anni ’70 e con il dibattito aperto sulle unioni civili che hanno iniziato ad aver pari dignità con quelle matrimoniali, sono stati rivisti termini di questa prestazione economica da parte dell’Inps. Oggi, l’assegno di reversibilità è stato aggiornato: non è solo la moglie a beneficiarne ma sono anche altri parenti e coniugi del defunto pensionato lavoratore.

Calcolo pensione di reversibilità

In via generale, possono ottenere la pensione anche i coniugi, che incasseranno il 60% della somma che spettava il coniuge defunto. Anche per coloro che si sono separati la circolare Inps ha riconosciuto un assegno economico per sostenere l’ex consorte nel caso della morte del coniuge. Questi però riceveranno il diritto alla reversibilità solamente se non si sono risposati successivamente alla perdita del marito o della moglie. La reversibilità e le sue regole cambiano anche in relazione al concetto di famiglia che nel corso del tempo è mutato così da aver rivoluzionato anche la cosiddetta pensione di vedovanza. Oggi, infatti, questa prestazione spetta anche ai familiari superstiti, così come confermano le ultime notizie sulle pensioni di reversibilità. Si parte da una quota percentuale che va da un minimo di 15% ad un massimo di 100% come conferma l’Inps pensione di reversibilità. In ogni caso cambiano le aliquote della pensione in base a quanti superstiti restano in vita, e non da meno, la quota va ripartita tra i beneficiari. Come abbiamo già accennato, coloro che percepiscono la pensione di reversibilità sono anche i figli sia legittimi che naturali o adottivi. Questi ultimi devono essere però minori, di età inferiore ai 21 anni oppure considerati inabili al lavoro. Il diritto spetta anche ai nipoti che non convivevano con il defunto, ma solo se mancavano i figli durante la vita dell’individuo. La domanda può venire inoltrata all’Inps anche online, mediante l’accesso al portale con il codice SPID, Carta d’Identità elettronica o Carta Nazionale dei servizi. In alternativa ci si può rivolgere ad un patronato o al Caf che può aiutare i cittadini a percepire la pensione di reversibilità.

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