lunedì, Maggio 29, 2023
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Le comunità virtuali e in concetto di file sharing nella cultura pop odierna

La cultura di internet e degli mp3 ha amplificato e minato l’idea di un sapere personale e segreto. Oggi, grazie a uno sforzo temporale, finanziario e fisico davvero basso, chiunque può costruirsi una vasta collezione musicale, cinematografica, videoludica e letteraria, accedendo di fatto alle conoscenze più recondite. Vediamo come quelli che erano considerati i disincentivi di un tempo (vincoli di spazio, mezzi economici) sono gradualmente scomparsi, consentendo a un numero sempre maggiore di utenti di diventare collezionisti di qualsiasi cosa, almeno in linea generale e a livello teorico. Vediamo come anche chi in un primo momento abbia fatto resistenza a questo modus vivendi, già da un decennio ha iniziato a utilizzare il cosiddetto file sharing. C’era chi chiamava sharity questa complessa rete di blog: un triplice gioco di parole che si basa appunto su share + charity + rarity, ovvero “condivisione”, “beneficenza” e “rarità”. Come possiamo facilmente intuire due dei tre concetti ha una accezione positiva, mentre quella centrale non propriamente. Tuttavia attraverso il fenomeno di file sharing, non del tutto legale e non del tutto trasparente, gli utenti scoprono la possibilità di creare e di condividere potenzialmente con il mondo virtuale la loro sterminata libreria di contenuti audiovisivi.

L’etica del file sharing è riassunta nel concetto di “scovare la gemma perduta e oscura”, quella che per i collezionisti di musica, cinema, libri e giochi, è la chicca. Eppure bisogna dire che il collezionista arriva per gradi a utilizzare prima di tutto il web, poi il file sharing, fino a diventare un adepto e a trasferire il proprio sapere e i suoi gusti sulle piattaforme di streaming audio, video e di contenuti multimediali in generale. Passiamo quindi da un concetto esclusivo del “avere qualcosa che nessun altro ha già” fino a mescolamento delle carte verso un più comunitario e condiviso “rendiamolo disponibile per tutti”. C’è un film in particolare che mostra questo tipo di struttura, a parte i romanzi di Nick Hornby dedicati agli appassionati e fanatici di musica, che si chiama “Tutto può cambiare” con Mark Ruffalo e Keira Knightley. Nella storia la Knightley è un’autrice di canzoni in visita a New York City per seguire il proprio partner, ma nell’evoluzione della trama la protagonista perderà il suo amore, trovando però il coraggio di produrre e realizzare il suo disco d’esordio, aiutata da Mark Ruffalo. Nel finale i due decidono di rilasciare il disco direttamente sulle piattaforme digitali musicali per il costo simbolico di un dollaro. Qualcosa che per certi versi ricorda una vecchia battaglia portata avanti da Tom Petty and The Heartbreakers, i quali già negli anni Settanta, si posero il problema del costo eccessivo del loro secondo LP. Cavalleria del rock, mitologia degli States? Può darsi, ma nel concetto di file sharing e di comunità virtuali, vigono ancora alcune regole che vanno rispettate. Lo sostiene Nick Hornby, che pur avendo avuto un vasto successo di pubblico e di critica, è rimasto sempre lo stesso insegnante di letteratura inglese con la passione per Bruce Springsteen ed Elvis Costello, un uomo che in uno dei suoi libri ha immaginato quale potrebbe essere la colonna sonora perfetta per il proprio funerale, tanto per intenderci. Del resto le comunità virtuali e quelle musicali e videoludiche su tutte, hanno una propria etica e un codice morale da portare avanti. Pensiamo ad esempio a tutto quello che gravita oggi attorno al tema della videoludica e del gaming, con molti canali di Youtube e di Twitch.tv dove i creatori di contenuti condividono con i loro utenti, consigli, trucchi e suggerimenti per migliorare nel loro gioco di riferimento. Le comunità presenti in rete, pur non avendo uno scambio nella vita reale, riescono a fare gruppo e a scambiarsi contenuti e informazioni in rete. Un po’ come avveniva fino a qualche tempo fa tra i giocatori d’azzardo professionisti di NetBet video poker, che si scambiavano opinioni e pareri sulle migliori sale da gioco e dei casinò sparsi in tutto il mondo. Qualcosa sta cambiando per la società liquida, ma c’è un bisogno di creare legami e costituire relazioni umane, a più livelli. Il mondo del web è diventato un vasto continente dove gli utenti accedono per condividere e scambiarsi idee, informazioni e giudizi su quello che gli interessa maggiormente.

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