Le varie tipologie di investimento che caratterizzano l’attuale platea del settore finanziario riescono a soddisfare ogni genere di esigenza. In questo modo, principianti, esperti e addetti ai lavori riescono ad individuare delle opportunità di guadagno in grado di assicurare dei profitti da capogiro. Gli investimenti di private equity presentano innumerevoli sfaccettature che meritano, pertanto, un approfondimento ad hoc.
I fondi equity e la sinergia tra equity e finanza sono tutti concetti che si ricollegano ad un unico argomento. In virtù di ciò, occorre comprendere il funzionamento di questa metodologia finanziaria, senza lasciare nulla al caso.
Private equity fund: cos’è e come funziona
La definizione si basa, essenzialmente, sull’istituzione di un fondo italiano investimento promosso da soggetti privat. Questi ultimi sono intenzionati a finanziare delle iniziative assumendosi un rischio alquanto alto.
Per cercare di colmare le perdite fisiologiche, i privati coinvolti nel fondo investimento italiano ripartiscono, quindi, i propri capitali spalmandoli su vari progetti.
Pertanto, diversificando un certo investimento, i private equity partners previsti per l’occasione raggiungono diversi obiettivi con una strategia mirata contribuendo, così, al lancio di un articolo nuovo, all’avanzamento tecnologico di un’azienda o ad un’eventuale quotazione in Borsa.
I soggetti che possono sfruttare le opportunità garantite dai fondi private equity includono sia quelle cordate riguardanti imprese di medie o grandi dimensioni, sia fondi di venture capital Italia o esteri.
A ciò, poi, si aggiungono i cosiddetti angels, profili legati al mondo delle start up capaci di intrattenere, spesso e volentieri, delle proficue relazioni economiche con, ad esempio, la private equity di Milano.
Le tempistiche alla base di un investimento di questo tipo si attestano su una ciclicità di cinque anni. Dopodiché, comincia una fase di disinvestimento caratterizzata dalla liquidazione finanziaria e dalla valorizzazione dei capitali delle imprese coinvolte nel fondo di private equity di turno.
Il funzionamento dell’investimento e del disinvestimento di un fondo private equity
Dopo aver spulciato il significato del private equity, bisogna soffermarsi sul funzionamento concreto di un investimento legato ai fondi di private equity.
Ebbene, le cifre stanziate per un certo tipo di finanziamento si focalizzano sull’enterprise value, ossia quel parametro che permette ad un finanziatore di percepire la reale convenienza di un’operazione finanziaria di questo tipo.
Se, ad esempio, l’impresa che si vuole valorizzare ha conti in regola, profitti in crescita e una buona solidità creditizia, un privato non esiterà ad investire i suoi risparmi prelevando, magari, anche una quota societaria per accrescere ulteriormente il proprio profitto.
Ovviamente, dopo aver concretizzato l’investimento, ci saranno delle apposite clausole contrattuali che tuteleranno sia il finanziatore che il beneficiario di turno.
Giunti poi alla scadenza, inizia il processo di disinvestimento del private equity. Quest’ultimo si articola in vari modi.
Il primo si concretizza con la cessione di un pacchetto di quote societarie non appena l’azienda di turno entra in Borsa.
Il secondo si basa sempre sulla cessione delle predette quote che, in questo caso, finiscono nelle mani di un terzo soggetto aziendale o di un altro fondo di investimento. Il terzo, invece, prevede il riacquisto della partecipazione societaria.