Una volta richiesto un prestito personale nella forma della cessione del quinto, si potrà evitare di rimborsare il prestito fino alla fine come previsto dal piano di ammortamento, estinguendolo in anticipo.
C’è un modo per poterlo fare senza dover necessariamente attingere al proprio conto corrente e consiste nel anticipo TFR per estinzione cessione del quinto.
Cessione del quinto e TFR sono pertanto compatibili e permettono di potersi liberare delle rate anticipatamente. A prevederlo è la legge stessa che con l’articolo 125 sexies del testo unico delle leggi in materia bancaria e redditizia e dice che “il consumatore può rimborsare anticipatamente in qualsiasi momento, in tutto o in parte, l’importo dovuto al finanziatore “.
Per portare a procedere è necessario richiedere alla banca che ha erogato il prestito personale il “conteggio estintivo” per sapere qual è l’importo residuo del debito contratto.
A questo punto per poter calcolare a quanto ammonta la parte restante del debito sarà sufficiente aggiungere alla parte restante da saldare, la penale per l’estinzione della cessione del quinto che può essere al massimo del 1% rispetto al capitale dovuto.
Che cos’è il TFR
Per poter avviare un’estinzione anticipata cessione del quinto attraverso la cessione del TFR, bisogna prima di tutto sapere che cos’è e a chi spetta. La parola TFR è l’acronimo di trattamento di fine rapporto ed è una somma di che tutti i lavoratori dipendenti ricevono generalmente quando cessano di lavorare con L’azienda che li ha assunti.
Abbiamo detto generalmente perché il TFR, esattamente come accade per la tredicesima mensilità, può essere richiesto in anticipo in caso vi sia la necessità di avere un’entrata aggiuntiva. Il TFR è una somma di denaro che viene calcolata sommando la retribuzione di un anno dividendola per 13,5 , annualmente questo importo va integrato con quella che si chiama “indice di rivalutazione” .
Estinguere cessione del quinto con il TFR
Attraverso la cessione TFR è possibile estinguere il proprio prestito personale come prevede la legge. Per poterlo fare c’è bisogno di capire qual è la situazione che si ha di fronte, ovvero, se il TFR che spetta al dipendente abbia un importo maggiore del proprio debito restante o, al contrario, se inferiore.
Nella prima ipotesi, ovvero, quando il TFR è superiore alla parte di debito restante in linea di massima non dovrebbe presentarsi alcun problema, fermo restando l’ottenimento del benestare di tre soggetti coinvolti nella cessione del credito da saldare: il proprio datore di lavoro, la finanziaria che ha erogato il prestito e, infine, l’assicurazione garante del prestito in caso di perdita di lavoro o di morte. Se poi il TFR viene accantonato all’interno di un fondo pensionistico, bisognerà avere l’autorizzazione anche al fondo stesso per poter ottenere la soia necessaria all’estensione.
Nel secondo caso, ovvero, quando la quota TFR maturata è inferiore alla parte residua di debito contratto con lente finanziario, non sarà assolutamente possibile avere un anticipo sul Tfr. Questo perché quest’ultimo deve necessariamente rimanere a disposizione della banca o dell’ente creditizio, In modo tale da poterlo usare come garanzia del debito contratto per tutta la durata del piano di ammortamento.