Il 1965 vide l’inaugurazione del più grande centro siderurgico italiano: Italsider.Fu il Sud Italia, pianeggiante e ricco di calcare, ad ospitarlo. I contributi statali conferiti per la realizzazione del progetto furono considerevoli per il fine ultimo a cui ambivano: vincere la disoccupazione del Mezzogiorno anche aumentando i dipendenti Ilva. La struttura non si smentì e diede lavoro a più di ottomila operai.
L’illusione occupazionale
Lo shock petrolifero degli anni ‘70 fece perdere all’azienda il 20% del fatturato in breve tempo. Gli ammortizzatori sociali non bastarono a risollevarne il destino. Lo Stato si arrese alla privatizzazione cedendo l’acciaieria, nel 1995, alla famiglia Riva. Italsider divenne ILVA. Con un’economia incentrata esclusivamente al guadagno, i Riva non si interessarono minimamente agli effetti a lungo termine che la produzione intensiva avrebbe causato. Presto vennero riscontrati impatto ambientale insostenibile e perizie epidemiologiche drammatiche. A Taranto si moriva per via dell’acciaio. Il primo sequestro avvenne nel 2012, anno che segnò l’inizio del declino. Tra casse integrazione, chiusure, riaperture, polemiche e prestiti-ponte, l’acciaieria di Taranto perse di credibilità. Per gli istituti bancari, il contratto di lavoro presso di essa non costituiva più una garanzia di rimborso per il richiedente credito.
Dipendenti Ilva, salvaguardare l’occupazione
Il bando pubblico destinato a salvaguardare l’occupazione, aggiudicò, nel 2017, la gara ad ArcelorMittal. Fu così che l’acciaieria Taranto riacquista stabilità. Le banche rivalutano la possibilità di concedere prestiti ai dipendenti del centro.
Oggi, grazie al recente acquisto, la situazione, a livello creditizio, è radicalmente cambiata perchè alle spalle la banca sente i propri interessi protetti da un colosso industriale mondiale, in questo caso anglo-indiano. Per i dipendenti ex ILVA Taranto torna fattibile richiedere, ad esempio, un prestito tramite cessione del quinto dello stipendio. Ulteriori possibilità di ottenere denaro si hanno con i mutui di liquidità assistiti da ipoteca o dalla presentazione di un garante. Per i prestiti cambializzati, la garanzia è rappresentata da una cambiale, ma non tutti gli enti offrono tale servizio. Sono invece più probabili, una volta correttamente valutata la domanda, i mutui chirografari e i finanziamenti finalizzati.
Dipendenti Ilva prestiti: chi rivolgersi
Molte finanziarie locali (di Taranto e dintorni) pubblicizzano la possibilità di richiedere un preventivo agevolato anche online. Il tutto gratuitamente e senza alcun vincolo per i dipendenti reduci dal difficile periodo. Per questa parte debole spesso vengono riconosciuti tassi maggiormente favorevoli rispetto a quelli che una banca generica, estranea alla situazione, potrebbe proporre, inamovibile.
Doveste comunque decidere di rivolgervi a un ente bancario generico, assicuratevi di portare con voi tutta la documentazione reddituale e personale necessaria per effettuare la simulazione della cessione del quinto o di qualsiasi altro prestito. Purtroppo, ancora oggi, ai dipendenti ex Ilva non sempre viene accolta favorevolmente la richiesta.
Aiuti ulteriori
Dal 1 giugno 2020 il gruppo Ilva servizi per il personale ha confermato la disponibilità del flexible benefit (voucher del valore di €200) per i propri lavoratori, gestibile in autonomia sul sito al portale servizi personale Ilva dedicato. Basteranno codice fiscale e password per accedervi e consultare ciò che, con difficoltà, sono riusciti a riconoscere loro.