Tra i bandi più in vista dell’ultimo periodo c’è sicuramente Bando Resto al Sud 2023. Come si può facilmente evincere dal suo nome questo permette di rimanere nel Mezzogiorno nonostante l’evidente crisi del lavoro che ha toccato questa parte del paese. Questo particolare di incentivo statale ha ovviamente una serie di regole ed è stato istituito per facilitare nascita e sviluppo di attività imprenditoriali.
I fondi disponibili sono di 1 miliardo e 250 milioni di euro. Non ci sono scadenze o graduatorie, con le domande che vengono analizzate in base all’ordine di arrivo. È riferito alle seguenti aree dell’Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, aree del cratere sismico del Centro Italia, isole minori marine e lagunari.
Bando Resto al Sud 2023, cosa si può finanziare
Ma cosa si può finanziare col Bando Resto al Sud 2023? Sono escluse le attività agricole, si punta sui seguenti settori: industria, artigianato, pesca, acquacoltura, trasformazione prodotti agricoli, commercio, fornitura servizi a imprese e persone, turismo e attività libero professionali. Le imprese individuali prevedono un finanziamento massimo di 60mila euro. Arrivano anche i contributi a fondo perduto con 15mila euro per ditte individuali e attività professionali svolte individualmente fino a un massimo di 40mila.
Sono diverse le spese che possono essere finanziate poi: ristrutturazione beni immobili, manutenzione straordinaria, macchinari, impianti, attrezzature nuove, programmi informatici, spese di gestione. Non si può parlare invece di spese per la progettazione e la promozione. Oltre alle spese per le consulenze.
Le agevolazioni riguardano il 50% di contributo a fondo perduto e il 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Invitalia ha a carico gli interessi. Ovviamente si tratta di un progetto ampio che, come detto, ha insito la possibilità di favorire una rinascita del sud italiano da molti anni in difficoltà dal punto di vista economico.